Cenni Storici

Aspetti generali

Descrizione

Il comune di Concamarise copre una superficie di 7,89 kmq; si trova a 32 km da Verona, ad un’altezza dal livello del mare di 20 metri.
La popolazione è intorno ai 1.100 abitanti, che sono detti concamarisani.
I comuni veronesi limitrofi sono Salizzole Bovolone Cerea Sanguinetto .
Il santo patrono è San Lorenzo, e si celebra il 10 agosto.
L’economia locale è sostanzialmente caratterizzata dalla fortunata coltivazione del tabacco, che viene prodotto in particolari porzioni di terreno sabbioso, ed in seguito sottoposto ad una sapiente lavorazione e miscelatura delle foglie. Le condizioni del suolo e le precise attenzioni nelle successive fasi di lavorazione fanno del tabacco di Concamarise una specie rinomata di qualità.
 
Le aziende agricole di Concamarise sono specializzate anche nella coltivazione di orticole, tra le quali la più importante è il radicchio rosso di Verona.
L’attività agricola è impegnata anche nella coltivazione del Riso Vialone Nano: la risicoltura è stata, infatti, la coltura agricola prevalente nel passato del paese. Concamarise partecipa all’associazione della “Strada del Riso”.
Presente è anche il settore dell’allevamento di bovini e suini, cui sono collegate aziende specializzate nella lavorazione delle carni.
Si registrano, poi, le importanti botteghe artigianali del mobile in stile: Concamarise – con Casaleone, Cerea, Sanguinetto, Bovolone e Nogara – fa parte infatti della zona del Mobile d’Arte.
Lo stemma del Comune di Concamarise è quadripartito in due campi rossi, di cui il primo in alto a sinistra contiene una conchiglia, mentre l’altro in basso a destra reca una spiga di riso, ed in due riquadri di colore azzurro con onde marine.
CENNI STORICI
 
Toponimo: Concamarise deriva, secondo una leggenda popolare, da “Conchamaris” che significa “ conchiglia di mare”.
In realtà, l’ipotesi più accreditata lega alla collocazione geografica del paese il nome composto di “conca” e “marise”. Se il primo termine si riferisce ad un avvallamento del territorio, il secondo, per lo studioso Olivieri, è un derivato del latino “meridies”, che significa “meriggio”: la parola composta indicherebbe, quindi, “una terra dove si sosta per meriggiare o esposta a mezzogiorno”.
 
La prima menzione di Concamarise, tra le fonti d’archivio, si trova in un documento del 1144, secondo cui l’imperatore Corrado II assicurava protezione all’abbazia di Nonantola, riconoscendo alla corte di Nogara il privilegio di ospitare la pieve e di esercitare dei diritti “ secolaris cum Comarisis”.
L’originario primitivo abitato di Concamarise doveva essere ubicato, nel corso dell’XI secolo, dove oggi sorge la Corte Verità alla Villa ; tale supposizione è confermata anche dalla vicina collocazione della vecchia chiesa parrocchiale, costruita nei pressi del villaggio antico, lasciando tra essa e l’abitato una piazza, come d’uso all’epoca.
Nel 1225, il paese si proclamò libero Comune, ma venne a perdere ben presto l’autonomia diventando feudo dei da Palazzo, dei conti Sambonifacio e degli Scaligeri.
A partire dal 1405, attraverso i secoli del governo della Repubblica di Venezia, Concamarise fu fatto possedimento dei Verità, poi dei Malaspina (XVII-XVIII secolo) ed in seguito dei Montanari (XIX secolo).
La risicoltura, specialmente nelle zone vallive, era l’attività agricola principale dell’e conomia del passato di Concamarise: nel 1681 il Senato Veneto concesse ad Antonio Verità l’antica pala a nord del capoluogo, ora adibita ad altro uso.Due anni dopo, nel 1683, sempre il nobile Verità costruì l’altra antica pala della zona, accanto alla propria villa.
    
Concamarise (anno 1948)
Via Capitello
a destra il teatro comunale ora sala civica
Concamarise (anno 2014)
Via Capitello al giorno d’oggi
a destra la sala civica ristrutturata nel 2009
LUOGHI
 
a) Case e Ville
 
Villa Verità Bresciani. Nell’antico borgo di Concamarise, nei pressi della vecchia chiesa parrocchiale dedicata ai Santi Lorenzo e Stefano, sorge Villa Verità Bresciani, nota anche come Corte dominicale Verità alla Villa; essa fu costruita a più riprese, con manipolazioni ed aggiunte, sulle strutture di una corte fortificata del XIII secolo.
Un grande parco all’inglese, realizzato alla metà del 1800 e racchiuso da una cinta muraria, fa corona ai corpi di fabbrica sviluppati attorno ad una torre, sormontata da merli ghibellini chiusi, che rimanda, in senso ormai soltanto figurato, alla matrice castellana del complesso.
La presenza della nobile famiglia Verità a Concamarise risale al 1405, quando Antonio Verità acquistò – dalla fattoria degli Scaligeri – il primo nucleo di terreni, che venne poi ingrandito nei secoli successivi.
Villa Verità era, infatti, elencata nel 1225 nel libro del Comune di Verona come una corte “ costruita in muratura”, ed era di Bartolomeo da Palazzo; con l’avvento al potere di Ezzelino da Romano, Giovanni da Palazzo, che si era schierato con i conti Sambonifacio, cadde in disgrazia e venne spogliato di tutti i suoi beni. Nel 1247, Ezzelino da romano acquisì anche la proprietà di Concamarise che, dopo la sua caduta, entrò a far parte della fattoria degli Scaligeri.
Per tutto il ‘400 ed il ‘500, l’antica corte conservò la struttura fortificata da un recinto di alte mura, guardate da camminamenti di ronda, con un profondo fossato all’esterno, alimentato dalle acque della Sanuda. La trasformazione da corte-castello a villa rustico-residenziale patrizia fu graduale e si protrasse per tutto il ‘600.
Nel 1553, come attestano le carte d’archivio, la residenza consisteva in una “ petia de tera murà, copà et solarà, cum fenile, colombaia, pozo, ara et horto”: si trattava, dunque, di un complesso rustico con torre colombaia, che fungeva al duplice scopo di corte rurale e di fortilizio.
Nel tempo, si intervenne con la dotazione di altre strutture sussidiarie, atte a trasformare la villa in confortevole dimora signorile per il soggiorno dei proprietari patrizi.
Nel 1692, la villa risulta già composta di varie camere riccamente arredate, di due “caneve” (ovvero cantine), una rimessa per le carrozze, la camera dei “carozeri”, la stalla, il fienile, la “tinazara” per accogliervi le botti, la camera delle “ brente” (ovvero la lavanderia) e la stalla per i bovini.
Per quanto riguarda il fondo agrario annesso alla villa, esso era formato nel 1745 da tre possedimenti in Concamarise, che rendevano 200 ducati l’anno, una in Asparetto di Cerea ed una in Sanguinetto.
Il prospetto del complesso architettonico della villa mostra oggi le varie aggiunte succedutesi nel corso dei secoli: secentesca è la residenza padronale, mentre l’antica torre colombaia ha subito nel 1800 l’aggiunta dei merli chiusi ghibellini di pieno gusto neoromantico (era all’epoca proprietaria la famiglia Montanari, alla quale si deve anche la progettazione del vasto parco informale all’inglese).
All’interno, si ammirano affreschi che ricordano le armi gentilizie di storiche famiglie influenti, come i Gonzaga, i Malaspina, i Cavalli, i Rangoni, gli Spolverini ed i Bevilacqua.
 
Corte Malaspina.  Corte dominicale Malaspina sorge in contrada Villa e fu, in origine, di proprietà dei Verità Falsorgo, dai quali, nella seconda metà del ‘700, passò ai Malaspina (nel 1758 il bene era stato ereditato da Anna Maria Verità, che si era unita in matrimonio con Francesco Malaspina) fino al 1881, quando la acquistarono i fratelli Giovanni Battista e Pietro Finato.
La fabbrica nobile centrale si articola, orizzontalmente, su tre piani, due dei quali sono ad uso di abitazione, mentre l’ultimo in alto è adibito a granaio.
La facciata reca un elegante portale, sormontato, al primo piano nobile, da una finestra, contraddistinta da una balaustra e da una cornice aggettante decorata a rilievi floreali.
La costruzione della barchessa, aperta da arcate ed impreziosita da lesene e trabeazioni, risale alla seconda metà del XVIII secolo.
Nonostante il complesso architettonico abbia subito vari interventi nel corso del tempo, esso mantiene inalterato il suo aspetto caratteristico settecentesco; ciò significa che proprio nel XVIII secolo si è compiuta l’opera di ristrutturazione più importante e decisiva per la sua estetica.
 
Corte Trivelli Pompei.
La famiglia Trivelli si era insediata come possidente in Concamarise sin dal 1589 e nel 1653 viene rappresentata da un suo esponente, Antonio, che dichiara di possedere, tra gli altri beni, “ in villa di Concamarise una possessione con casa da Patron e da Lavorente di campi 60 circa in arativi con vigne 30 […]”.
Nel 1667, da una mappa eseguita dal perito Francesco Alberti, la corte appariva costituita da una successione continua di edifici rustici disposti in modo da formare un quadrato, dal cui lato orientale si staccava la fabbrica signorile, mentre dall’angolo nord-orientale si elevava la torre colombaia, dotata di due ordini di finestrature e di una merlatura di chiusura di tipo ghibellino, vale a dire con merli a coda di rondine.
Con la morte dei fratelli Trivelli, rimase come unica erede Emilia, figlia di Alessandro, che si unì in matrimonio con Alberto Pompei; nella seconda metà del ‘700, la casa padronale fu divisa in due parti: quella occidentale, con la corte ed i beni fondiari annessi, passò ai Malaspina, mentre quella orientale fu acquistata dalla famiglia Valentini.
 
Corte Camilletti. In contrada Isolana, si erige un’elegante residenza signorile, in passato posseduta dalla famiglia Camilletti, quindi dei Sartorelli ed infine dei Sanzana.
Le notizie storiche documentate circa questa dimora sono poche: in un disegno del 1690, la zona dove oggi sorge la villa risulta essere occupata solo da edifici di piccole dimensioni.
Nel 1813, la corte era censita come “casa da massaro”; si deve dunque ritenere che fu con la proprietà Sanzana che si provvide ad effettuare i lavori di ristrutturazione dell’edificio, conferendogli l’attuale aspetto architettonico, il cui stile è di chiara matrice neoclassica settecentesca.
Il portale della facciata è in tufo lavorato e ad esso si sovrappone l’esile portafinestra del primo piano nobile, chiusa in basso da un’elegante balaustra. Tutte le finestrature, disposte su tre distinti ordini, sono incorniciate ed il coronamento del prospetto è dato da un sobrio timpano, posto centralmente, il cui slancio verticale è enfatizzato dai tre obelischi, inseriti con molta probabilità, insieme al timpano, verso la metà del 1800.
La copertura delle due sezioni laterali della fabbrica è diversamente slanciata dalla presenza di due comignoli.
 
b) Edifici Religiosi
 
Chiesa dei Santi Lorenzo e Stefano. La vecchia chiesa parrocchiale dei Santi martiri Lorenzo e Stefano sorge nell’antico borgo di Concamarise, non molto lontano dalla Villa Verità Bresciani.
La facciata è anticipata dalla presenza sul sagrato di due statue in tufo raffiguranti i due Santi titolari, collocate su alti basamenti rettangolari.
Una primitiva chiesa esisteva già nel 1144, quando l’imperatore Corrado II confermava la pieve ed i diritti “ secolaris cum Comarisis” ai monaci dell’abbazia di Nonantola.
Il titolo di parrocchia le fu dato a partire dal 1460; nel decennio 1730-1740, il tempio fu oggetto di interventi di restauro e di ristrutturazione, ai quali contribuì economicamente il conte Giulio Verità. I documenti attestano che, in tale occasione, la “pala dell’altare grande fu ritoccata da un pittore di Sanguinetto” e che le vasche dell’acqua santa furono rifatte dal tagliapietre veronese Giacomo Rangheri, presente con altre opere nella provincia; tutti questi lavori sono ricordati da un’iscrizione lapidea fatta murare dai Verità all’interno dell’edificio.
La chiesa si accompagna ad un campanile a pianta quadrangolare, la cui cella in alto è caratterizzata dall’apertura di una bifora per lato e la cui copertura piatta semplicissima è decorata dal solo motivo della sottostante dentellatura; le campane furono rifatte nel 1819 dal fonditore veronese Pietro Partilora.
La facciata è sobria e presenta un progetto architettonico-decorativo classicheggiante settecentesco: il portale, architravato e sormontato da un timpano triangolare, è incorniciato lateralmente da paraste con capitelli dorici; un potente cornicione aggettante separa questa prima alta porzione inferiore da una seconda porzione superiore, decisamente più bassa e ritmata dall’inserimento di tozze paraste con capitello ionico; il coronamento è dato, in alto, da un maestoso timpano dentellato, al cui vertice corrisponde una croce in metallo.
Parte dell’arredo e delle opere d’arte che abbelliva l’edificio è stata trasferita nella nuova chiesa parrocchiale, costruita intorno alla metà del secolo scorso.
 
La nuova chiesa parrocchiale. La nuova parrocchiale di Concamarise è stata costruita nel 1958, su progetto dell’architetto Giovanni Fregno.
Al suo interno sono state trasferite alcune opere d’arte provenienti dalla vecchia chiesa parrocchiale dei Santi Lorenzo e Stefano.
Si riconoscono, infatti, il fonte battesimale a forma di calice in marmo rosso di Verona e due pale d’altare: una, del 1636, rappresenta i Santi Antonio da Padova, Carlo Borromeo e Francesco d’Assisi ed è attribuita al pittore veronese Giovan Battista Amigazzi, l’altra raffigura il Redentore ed i due Santi titolari Lorenzo e Stefano sul fondo di un paesaggio.
 
NATURA
 
Il territorio comunale di Concamarise è di natura prevalentemente sabbiosa e si estende al margine dell’avvallamento del fiume Menago verso il corso del Tregnone.
Tra i due corsi d’acqua scorre la roggia Sanuda (per “roggia” s’intende un canale di limitata grandezza e portata), che un tempo dava impulso a due pile da riso e ad un “torcolo per olio cattivo”.
Al di fuori del capoluogo non ci sono raggruppamenti abitativi di una certa importanza; esso risulta diviso in due porzioni: quella in cui è venuto a svilupparsi il primitivo borgo e l’altra che ha preso consistenza negli ultimi decenni, in località Capitello, dalla quale si dipartono le quattro principali vie di comunicazione del paese e dove sorgono le infrastrutture sociali e le attività commerciali. Più che di un aumento di popolazione, si è trattato di uno spostamento dell’abitato dal borgo primitivo a quello più moderno e facilmente servito.
In Concamarise “vecchia” si trovano i due monumenti principi della storia del paese: l’ex chiesa parrocchiale dei Santi Lorenzo e Stefano e l’antica Villa Verità Bresciani.
 
 
 
NOTE/ FOLKLORE
Feste e Fiere. Tra le manifestazioni più importanti che si svolgono ogni anno nel comune di Concamarise vanno ricordate: la “ Festa di Primavera”, che si tiene il primo maggio, la “ Sagra paesana” organizzata la prima domenica di giugno, e la “Festa di San Lorenzo”, santo patrono del paese, il 10 agosto.
Da menzionare anche la prima domenica di settembre con la Sagra di San Luigi, e l’11 novembre, quando  l’intrattenimento paesano è caratterizzato dalla “ Castagnata di San Martino”.
 
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Ultimo aggiornamento: 24/04/2024, 15:04

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